giovedì 5 febbraio 2009

Niente di nuovo sul fronte Orientale


Dalla veduta, si scende, passo lento, mani nelle tasche, fino alla rosa dei venti sul pavimento, dove una volta scendeva la funiculère, diretta alle spiagge d alla stazione. Ma la sera è fredda e le luci dei pescherecci lentamante sfilano verso gli attracchi. Chi non sopporta la vista del giorno che ci abbandona, riesce a superare la notte, per arrivare all'alba. Ad oriente, sempre sull'affaccio umido e brinoso, esplode il sole a tagliare il mare, di grigio ghiaccio, incorniciato tra i moli. Sono braccia che accolgono le onde, spesso dirette e tese all'imboccatura. Nitidi si scorgono sui camminamenti a mare, i passeggiatori lontani, ansiosi di raccogliere i primi respiri del giorno. Questa è Ortona, un frutto malefico che ti ammalia. Alzi il pugno ad anatema sulle nubi stirate di giallo, ma il gesto è inane. Subito il calore del sole, scioglie le spalle e ti senti raccolto fino alla curva presso la torre del castello, dove il vento ti sorprende e schiaffeggia a ricordarti che è ora di andare: c'è tanto da vivere. Anche oggi

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