
Dalla veduta, si scende, passo lento, mani nelle tasche, fino alla rosa dei venti sul pavimento, dove una volta scendeva la funiculère, diretta alle spiagge d alla stazione. Ma la sera è fredda e le luci dei pescherecci lentamante sfilano verso gli attracchi. Chi non sopporta la vista del giorno che ci abbandona, riesce a superare la notte, per arrivare all'alba. Ad oriente, sempre sull'affaccio umido e brinoso, esplode il sole a tagliare il mare, di grigio ghiaccio, incorniciato tra i moli. Sono braccia che accolgono le onde, spesso dirette e tese all'imboccatura. Nitidi si scorgono sui camminamenti a mare, i passeggiatori lontani, ansiosi di raccogliere i primi respiri del giorno. Questa è Ortona, un frutto malefico che ti ammalia. Alzi il pugno ad anatema sulle nubi stirate di giallo, ma il gesto è inane. Subito il calore del sole, scioglie le spalle e ti senti raccolto fino alla curva presso la torre del castello, dove il vento ti sorprende e schiaffeggia a ricordarti che è ora di andare: c'è tanto da vivere. Anche oggi
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