domenica 26 luglio 2009

Scendere al mare con la bici

Scendere al mare dal paese, con la bici, a piedi, con i pattini. Nella calura estiva si apre, dall'Orientale, lentamente, la visione della costa. Sotto il giardino di aranci, oleandri e noci malati, le curve ci portano fino alla Ritorna. Dietro il faro antico, resti della città romana. Da qui, lungo il rettilineo di miraggi al sole, arriviamo alla spiaggia, attracco di invasori arabi. Il mare.




domenica 12 luglio 2009

Il porto delle nebbie

Se ne vanno le due navi da crociera, piene di poliziotti e funzionari del G8. Sono state 10 giorni all'àncora. Li vedevamo questi stranieri, questi italiani nuovi, aggirarsi per le nostre strade. Pensavo a quando, negli anni '70, riempivano le nostre spiagge, anche senza bisogno di un G8. C'erano i campeggi e gli alberghi pieni di tedeschi, francesi, americani. Ho visto questa gente, cercare disperatamente un senso dell'accoglienza in questa città malata. Nulla. Un popolo querulo e lamentoso, si è chiuso a riccio, saltando a piè pari occasioni e opportunità commerciali, tenendo opportunamente chiusi, negozi, tavole calde, paninoteche. Gente avvelenata dalle mollezze dell'inerzia, ha evitato l'idea di organizzare reti di servizi e beni per "sfruttare" moneta che non fosse quella del paese stesso. Altrove, avrei visto anche i giornalai organizzare banchetti per gli hot dog. In questa città smunta, qualcuno ha dovuto pranzare nelle pasticcerie, perchè i cosiddetti commercianti hanno preferito andare al mare. Sento tanti ortonesi che si lagnano perchè l'economia locale langue.


E' la loro testa che langue. Se il G8 non ha smosso questo paesucolo, dubito che una frana completa della collina su cui è posto, non impedirà a questo popolo ovino di continuare a passeggiare indisturbato, masticando amaro sulle glorie degli altri.