Credevamo altro noi, per questo
duemiladodici. Credevamo che sarebbe cambiato qualcosa. Piccole cose, per noi,
che avevamo ormai abbandonato le illusioni negli scaffali della cantina. Immersi nel cinismo di chi ha perso per molti
anni le battaglie combattute a viso aperto, abbiamo avuto la necessità di
voltare la pagina delle nostre storie. Non si trattava di grandi storie, ma
della vita di ognuno, in un piccolo posto come Ortona. Eravamo coscienti, in
tutta onestà, dell’impossibilità di una svolta politica radicale, ma credevamo
si potesse, a piccoli passi iniziare il cammino “culturale” che mancava in
città ormai da molti anni. La passata amministrazione appariva, alla luce delle
nuove speranze, complice di un ventennio di luce soffusa, eccetto qualche raro
tentativo da parte di pochi. Mancava una visione generale che spaziasse con
metodo interdisciplinare tra le varie istanze portate avanti dai giovani, dalle
associazioni, dai movimenti artistici. Tutto ciò era soffocato da una gestione
spesso affidata ad individui che avevano fatto tabula rasa delle precedenti
esperienze, senza approfondire gli argomenti, ma rimanendo alla “copertina dei
libri”. Molte cose erano state fatte, in ogni caso, da chi sperava, un giorno,
potessero essere consacrate dal crisma dell’ufficialità. Così, con rinnovato
entusiasmo, qualcuno si è gettato in una campagna elettorale con tutto il suo
animo. Non il sottoscritto. Come un
funesto indovino, conoscendo la natura umana, avevo già predetto fato ben
diverso a smorzare primaverili entusiasmi. La realtà si è rivelata peggiore
delle previsioni. L’apparato amministrativo gestito in modo familistico, l’evanescente
figura del sindaco, ma soprattutto la figura dell’assessore alla cultura, hanno
rappresentato motivo di grande delusione. Molti sono di nuovi atterrati sul
pianeta, dai loro voli pindarici. Il silenzio fragoroso sulle critiche più che
legittime, presagisce ad una nuova stagione degli orrori. Qui da noi, più che
in ogni altro paese, una maggioranza di centro sinistra, dove c’è anche un
consigliere del SEL, vi sono due consiglieri di centro destra ed un assessore
alla cultura ammiratore di un noto politico di estrema destra, colluso con gli
stragisti ed i golpisti. Forse Ortona è proprio questa. E’ difficile accettarlo,
ma è così.
sabato 17 novembre 2012
lunedì 23 gennaio 2012
Tirarmi per la giacca
Non ho mai pensato di essere indispensabile per cambiare il destino di Ortona. Ho un “valore elettorale” risibile, potendo contare su un bacino di elettori, oscillante tra il numero dieci ed il numero diciannove; sarei ridicolo se dovessi mercanteggiare favori o titoli in cambio di voti ed è una cosa che non ho mai fatto, per abitudine. Non capisco, quindi l’interessamento di molti pezzi da novanta della politica ortonese nei miei confronti. Siamo evidentemente di fronte ad un grosso equivoco: il fatto di scrivere cose più o meno condivisibili sulle pagine di un periodico locale, ha creato intorno a me un’aura di autorevolezza, la quale aura si dilata in maniera direttamente proporzionale al mio volere essere fuori da qualsiasi scelta di campo. Ho amici e conoscenti in tutte le fazioni politiche e questo, non per opportunismo, ma perchè valuto sempre le ragioni delle scelte altrui e lo faccio per capire le mie. Ho sempre avuto “il dubbio” come motore per demolire e ricostruire le mie convinzioni e questo può essere fatto solo ascoltando chi la pensa diversamente da sè. Mi lusinga il fatto di essere contattato da “notabili” della politica ortonese, ma allo stesso tempo la cosa mi preoccupa perchè vuol dire che queste persone non conosco la mia verità e la mia verità
è che io sono inaffidabile. Sono inaffidabile perchè vivo nel mio mondo, un mondo fatto di interessi che mi fanno sentire vivo. Questi interessi sono: la grande avventura della famiglia, lo sport, la musica, passeggiare col cane, leggere un buon libro, cercare di essere onesto con i miei clienti e dir loro sempre la verità, coltivare l’orto, realizzare oggetti nel mio laboratorio – magazzino,registrare ricordi tipo bei tramonti o albe in mezzo ad un oliveto secolare, cercare di andare in culo al fisco e guardare da lontano un paese che non mi è mai entrato nel cuore a causa dei suoi abitanti. Questi sono i miei interessi e chi pensa che io abbia premura per le sorti della nostra comunità sbaglia di grosso. Ho passato troppi anni in mezzo agli ortonesi tanto da apprezzare di loro esclusivamente la possibilità di passeggiare affacciandosi dall’Orientale. Chi ha governato Ortona negli ultimi vent’anni ha causato il mio distacco definitivo della mia persona dalle cose di Ortona. Se gli amministratori di questo paese “rappresentano” i cittadini che governano, c’è poco da stare allegri. Per questo, alcuni, come a volermi rendere partecipe di un nuovo saccheggio, tentano di “tirarmi per la giacca”. Mi dispiace, il futuro che tanto mi sbandierano sotto il naso, è altrove nella mia mente.
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