Non mi interessa più la vita politica di questo paesotto. Ma questa cosa la devo dire. La devo perché ho sentito l’affondo di una offesa, fatta alla memoria, di questi ultimi settanta anni di storia. Un’offesa fatta ai danni di coloro i quali hanno subito persecuzioni, privazioni, crimini, non in altri paesi, ma in Italia. Un crimine fatto da italiani su altri italiani. Le leggi razziste del periodo mussoliniano. Delle leggi fatte per assecondare l’alleato Adolf Hitler. In questo periodo , uomini che firmarono il “manifesto della razza“, che combatterono a fianco dei nazisti, vengono santificati ed immortalati nella nostra città, alla pari di un medico, di un filantropo, di uno scienziato. La decisione è stata presa in consiglio comunale: una strada verrà intitolata a Giorgio Almirante. La vecchia strada intitolata a Don Bosco non si chiamerà più così, si chiamerà Via Giorgio Almirante. Ho un scoglio dentro lo stomaco. Centinaia di ortonesi che devono la giovinezza, il lavoro, la salvezza dalla fame del dopoguerra, all’Istituto Salesiano, hanno permesso che un’Amministrazione di individui socialmente pericolosi, potesse preferire Almirante al sacerdote piemontese. Almirante, uno di quelli che ha fomentato l’odio razziale verso gli ebrei, che aiutato i delatori nei ghetti, che ha appoggiato i rastrellamenti che avrebbero condotto, donne, uomini e bambini nelle camere a gas, oggi sarà una strada da percorrere. Questi amministratori, hanno prreso a calci i morti delle fosse Ardeatine, i morti di Auschwitz, di Dachau , di Buchenwald, di Mathausen, ricordando un uomo solo per la sua abilità oratoria e non per i suoi delitti. Questi amministratori ortonesi, capaci di andare in chiesa a lavarsi la mano nell’acqua santa, di parlare di fratellanza dei popoli, di pace, di tolleranza, hanno immortalato uno dei fomentatori dello sterminio.
Mi vergogno per queste persone. I morti li chiameranno a loro, nelle tombe, nei forni, chiederanno conto loro della stupida superficialità delle loro scellerate decisioni. Adesso arriverà il coro dei:“però anche i comunisti…” oppure “ però anche i cinesi…”. Non mi interessa di quello che hanno fatto i russi, di quello che hanno fatto i titini, di quello che hanno fatto i cinesi. Mi interessa di quello che italiani hanno fatto ad altri italiani. Mio nonno ha fatto quattro anni di campo di concentramento ed era stato un fedele servitore della patria. Rabbrividiva alla vista di Almirante, nelle tribune politiche. Aveva vissuto le esaltazioni dittatoriali di questo spudorato repubblichino, sulla sua pelle. Il sistema democratico, nella sua perfetta imperfezione, aveva concesso ad Almirante di avere voce. Ora, un sindaco senza nerbo, senza coglioni, appoggiato da uomini “contrari per principio , ma coerenti con la votazione, per fedeltà alla maggioranza” ha ratificato una decisione che lo renderà complice dei crimini verso il popolo italiano. Vergogna!
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