Seconda puntata
“Ohibò cosa vedono i miei occhi!”
La tronfia senatrice, passata per il borgo natio del giovin donzelletto, nota
molti fanciulli non più imberbi, i quali strombazzano con le moto truccate a
scureggetta, scambiando le marmitte per falli da satiri. La maschialità oziosa
si diffonde nell’aria, tra mozziconi sfumacchiati e giornaletti tipo “il tromba”
dove le donne vengon trattate a colpi di turbonerchie. Il donzelletto ci
sguazza nel testosterone, con una mano nell’acquasantiera e l’altra sulla
cippa. La prode Annuzza sente la puzza di elettore e di relativi genitori i
qual, pur di sistemare il figli allergico all’abeccedario, son disposti a far
votare la famiglia, compresi i trisnonni già morti e putrefatti al fin di
sistemare bellamente l’accidioso giovinetto. “Ci sarebbero tanti bei posti per
posteggiare stabilmente il figliuolo” esclama la senatrice all’indirizzo del
silenzioso padre, il quale baciar vorrebbe la mano porcina e inanellata. Subito
il contratto è stabilito, segnati nomi e cognomi, l’astuta candidata ricorda ai
timidi cafoni quali siano le combinazioni
da apporre sulla scheda, ricordando che, nel segreto dell’urna, Dio vi
vede ma anche donna Anna calcola. Dopo mesi di sollazzo, a proclamazione
avvenuta, il donzelletto vien chiamato al cospetto dell’eletta. “Ricorda eterna
gratitudine a ciò che ti donai e giammai sorprendoti a negare aiuto agli amici
degli amici quando sarai abbastanza vecchio per contare qualcosa”. Come il
marchio a fuoco per il vitello, l’ex villico ormai civilizzato dallo spirito
santo della raccomandazione, si forgia nel cervello il do ut des. E’ pronto per
la casa, la chiesa, la sposa… (continua)
Grande Anna (ninna nanna nenna)...grandissimo Gianluca!
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