Parlano i nuovi, parlano i vecchi.
La memoria è corta.
Si passa per i vicoli, distratti,
gente che si muove, recita, suona, dipinge.
Nulla importa.
Nulla la retina, il timpano, impressiona.
Così come l'acqua dello scarico, tutto scompare nella tazza dell'oblìo.
Rimangono scolpite negli animi solo le scoregge dei mediocri.
Nello scherno, si osannano i cretini, si glorificano gli stupidi.
Ogni volta, in eterno ciclo, come un Sisifo di riviera, si torna a pensare, a fare,
cancellando storie, demolendo labili costruzioni del genio,
spazzando i magazzini degli sforzi giovanili.
Il paese è la tela di Penelope, è la scusa per mai finire quel che si è iniziato.
Ma Ulisse non approderà su queste rive.
Inutile guardare il mare per avvistarlo,
meglio guardare il mare e basta.
Queste acque hanno memoria.
Almeno loro.
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